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19 aprile 2024, Aggiornato alle 18,53
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Tirrenia è di Cin

La cordata partenopea firma l'acquisto e la sede della compagnia resta così a Napoli. Si chiude un iter iniziato più di un anno fa. 380 milioni di euro, salvaguardia dell'occupazione e rinnovamento della flotta. Ad ottobre il responso dell'Antitrust europeo di Paolo Bosso  


La Compagnia Italiana di Navigazione ha acquisito la Tirrenia. Ieri la cordata della società composta da Marinvest Srl (Msc Crociere, Snav, Gnv), Grimaldi Compagnia di Navigazione Spa e Onorato Partecipazioni Srl (Moby) hanno firmato insieme al commissario straordinario Tirrenia Giancarlo D'Andrea il contratto di acquisto del ramo di azienda che sancisce definitivamente il trasferimento ai privati della compagnia di bandiera.
Due gare in un anno e mezzo. Un iter lunghissimo iniziato a gennaio 2010 con il primo bando: 16 pretendenti tra compagnie e fondi di investimento, una sola compagnia rimasta in gara a giugno – Mediterranea Holding – e gara annullata. A luglio dell'anno scorso il commissariamento con l'avvio di un nuovo bando. A dicembre la due diligence per la vendita separata di Tirrenia e Siremar. Infine a marzo di quest'anno la gara con un solo acquirente - la Cin - che ieri ha così firmato definitivamente. Sia la cordata che lo stesso ministero dello Sviluppo, attraverso il ministro Paolo Romani, ci tengono a precisare che l'accordo salvaguarderà «il futuro industriale dell'azienda e il posto di lavoro di tutti gli oltre 1.000 lavoratori». In particolare si prevede «il mantenimento dell'intero organico, la sostituzione del naviglio obsoleto, il potenziamento della rete commerciale, l'adeguamento degli standard di bordo ai livelli internazionali e il miglioramento immediato dei servizi e delle condizioni di viaggio dei passeggeri». 
La buona notizia è che la sede della compagnia resterà a Napoli con tutte le ricadute positive del caso. Nell'indotto, con i cantieri e le officine sparse sul territorio pronti a riparare – se non a costruire – le unità di una nuova flotta; infine nell'occupazione e negli investimenti. Insomma il mantenimento di una sede storica porterà grandi vantaggi all'economia del territorio e a tutta una categoria di addetti che vanno dai marittimi fino a figure professionali quali brokers, assicuratori, agenti e fornitori in generale.
Metodo di pagamento. Il prezzo di acquisto è di 380 milioni che include marchio Tirrenia e 18 navi. Sono esclusi dall'operazione la Siremar, i fast ferries (già venduti a parte), le proprietà immobiliari e le opere d'arte. 200 milioni subito e 180 da pagare in tre rate da circa 60 milioni di euro, che verranno liquidate una volta ottenuti i contributi pubblici per le rotte di continuità territoriale. Contributi pari a 72 milioni annui per otto anni. Le rate verranno corrisposte il terzo, il sesto e l'ottavo anno. Il sistema di pagamento è sempre stato il punto più delicato della trattativa e che ha rischiato fino all'ultimo di mandare tutto all'aria. La società pagherà di tasca propria il 20% del prezzo totale, per il restante 80% verrà utilizzato un finanziamento bancario predisposto da Banca Imi e Unicredit, advisor dei compratori. Resta da sciogliere il nodo Regione Sardegna che sta cercando in tutti i modi di entrare nella compagine azionaria e/o di ostacolarne la vendita. 
L'ad di Cin Ettore Morace ci tiene a «chiudere l'accordo sindacale prima del via libera dell'Antitrust». La prossima scadenza è infatti nel garante europeo della concorrenza che entro l'inizio di ottobre dovrebbe dare il suo responso. Ma sulla decisione non incombono dubbi: Tirrenia è di Cin.
 
Paolo Bosso 
 
Nella foto Ettore Morace, amministratore delegato Compagnia Italiana di Navigazione.