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16 aprile 2024, Aggiornato alle 15,53
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Caos certificati, Filt: "Migliaia di marittimi rischiano di perdere l'imbarco"

Il sindacato ritiene che il Mit avrebbe dovuto organizzare meglio i corsi che si tengono in una sola struttura nazionale


Migliaia di marittimi potrebbero perdere la possibilità di imbarco per l'assenza delle abilitazioni richieste dalle normative internazionali. E' il rischio concreto evidenziato dalla Filt-Cgil, che in un comunicato ricorda come ci siano attualmente due certificazioni obbligatorie (Mams e Mabev) per alcune operazioni a bordo che la parte di equipaggio preposta a quel compito deve ottenere - o rinnovare - attraverso un corso.


Certificazioni importanti legate alle operazioni di sicurezza, come la conduzione delle scialuppe di salvataggio: "Anche su un requisito così importante per garantire le operazioni di emergenza a bordo delle navi e per portare soccorsi verso altre navi e in favore della tutela dei passeggeri e dei lavoratori - precisa la Filt Cgil - registriamo ancora preoccupanti segnali di difficoltà sui contenuti e sui tempi degli atti formali con i quali il nostro Paese dovrebbe adeguarsi alle normative internazionali di settore".


"Per ottenere le abilitazioni - spiega Maurizio Colombai coordinatore nazionale della portualità della Filt Cgil - è necessario partecipare ai corsi che si tengono in una sola struttura certificata dal ministero, abilitata su tutto il territorio nazionale. I numeri delle richieste sono però troppo alti e i corsi non possono soddisfare tutti, anche se molti marittimi hanno già pagato".


Infatti, alcuni marittimi hanno già pagato i circa 1.000 euro per il rinnovo e 2.000 per la nuova abilitazione. "Il ministero avrebbe dovuto organizzare i corsi - continua Colombai - e invece ci ritroviamo nel caos con molti marittimi che perderanno la possibilità di imbarcarsi e lavorare a bordo perché senza certificazione". Per chiarire questi aspetti controversi, il sindacato annuncia che chiederà "un incontro urgente al Mit".