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28 marzo 2024, Aggiornato alle 09,52
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"Connettere l'Italia" investe 50 miliardi nel Mezzogiorno

Di cui quasi un miliardo ai porti. È il piano governativo delle infrastrutture: ferro, porti, aeroporti e strade. 36 miliardi subito disponibili. Delrio: "C'è un cambio di passo". Cascetta: "Investimenti giganteschi"


Dei 123 miliardi (di cui 94,2 già finanziati) di "Connettere l'Italia", il piano governativo per la realizzazione/ultimazione di 108 opere «prioritarie», più di un terzo sono destinati al Mezzogiorno. «49,5 miliardi, di cui 36 miliardi disponibili», precisa il ministro dei Trasporti Graziano Delrio nel corso del convengno "La logistica per lo sviluppo del Mezzogiorno", organizzato a Napoli giovedì all'Unione industriali. «L'investimento in corso per le infrastrutture del Mezzogiorno è gigantesco. Per i prossimi 10 anni il totale delle risorse disponibili è nell'ordine di 40 miliardi», aggiunge Ennio Cascetta, amministratore unico di Rete Autostrade Mediterranee, in house del dicastero guidato da Delrio. Quasi un miliardo, di cui oltre 800 milioni già disponibili, sono destinati ai porti. 

Cura dell'acqua e del ferro
Circa 45,5 miliardi. «Abbiamo investito nel Mezzogiorno una cifra che è stata investita negli ultimi dodici anni. C'è un cambio di passo notevole», secondo Delrio. 21 miliardi (12,1 miliardi disponibili) sono per il settore ferroviario; 14,1 (12,1) per le Città metropolitane; 11,9 (9,7) per strade e autostrade; 1,5 – già disponibili – per gli aeroporti. Infine, 957 milioni (862 milioni disponibili) per i porti. Entrando nel dettaglio, la "cura dell'acqua" (957 milioni) di Delrio guarda più al miglioramento dell'esistente che alla realizzazione di nuove opere: digitalizzazione, soprattutto dell'ultimo miglio, e interventi verso una maggiore sostenibilità. Passando alla "cura del ferro" (21 miliardi), la parola chiave è Alta Velocità: Napoli-Bari, Salerno-Reggio Calabria, Messina-Palermo-Catania, Bologna-Foggia-Bari, Cagliari-Sassari-Olbia; un nuovo collegamento Battipaglia-Potenza-Metaponto, il potenziamento della TarantoMetaponto-Sibari-Paola e Sibari-Catanzaro-Reggio Calabria.

Cascetta: «Una cura da elefante»
«Quaranta miliardi di euro in dieci anni sono veramente una cura da elefante per il sistema Mezzogiorno», afferma Cascetta. Secondo i calcoli dell'ad di Ram, la realizzazione di opere di questa portata richiederà fino a 50 mila posti di lavoro l'anno: «Stiamo parlando di dieci volte lo stabilimento di Pomigliano d'arco, cinque volte l'Ilva di Taranto», un «piano Marshall delle infrastrutture». «Ci sarà – conclude - anche un forte impulso all'industria delle costruzioni e alla filiera industriale collegata alle tecnologie dei trasporti e delle comunicazioni». Senza dimenticare le Zes, i cui decreti attuativi sono stati approvati la settimana scorsa.

2014-2017: trasporto marittimo cresce
Visto che i rapporti di crescita annuali non sono così entusiasmanti, gli analisti si sono concentrati su range più ampi. Numeri confortanti quelli emersi dall'Unione industriali partenopea. Nel Meridione, negli ultimi 4 anni, tra il 2014 e il 2017, il trasporto via mare è cresciuto del 7,2 per cento (cifra analoga al livello nazionale). Nello specifico, i rotabili del 18% (+20,7% in Italia). Soffronto i container, calati del 12 per cento a fronte di una crescita dell'9% nella penisola, dovuta alla dipendenza del trasbordo, calata di quasi un quarto in quattro anni, del 22 per cento. Limitandosi nei porti gateway, infatti, il calore è molto positivo: +32 per cento, superiore al dato nazionale che si ferma al 22,2 per cento.