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28 marzo 2024, Aggiornato alle 16,33
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Infrastrutture

La Spezia, gli operatori portuali chiedono meno burocrazia

Agenti marittimi e spedizionieri propongono la regola dei sei mesi/silenzio assenzo per far partire le opere


La burocrazia attanglia le opere del porto di La Spezia, blocca gli interventi fino a situazioni paradossali come l'installazione di pannelli fonoassorbenti per ridurre i rumori. Lo denunciano spedizionieri, agenti marittimi e spedizionieri doganali dello scalo ligure, riuniti nel Port Community La Spezia. «Molti anni fa, sulla spinta di imprenditori illuminati, La Spezia lanciò e affermò una formula tutta sua, una vera e propria via spezzina alla portualità moderna. E fu un successo fenomenale perché furono riscritte le regole del gioco talora anche correndo sulla lama del rasoio delle normative vigenti. Oggi dobbiamo trovare lo stesso coraggio, dichiarando guerra alla burocrazia che sta uccidendo il nostro porto», afferma Andrea Fontana, presidente della associazione degli agenti marittimi locale. 

La proposta della Community è quella di fissare un termine massimo di sei mesi dall'approvazione all'apertura dei cantieri e, nel caso di uno sforamento, prevedere un meccanismo silenzio-assenso, «frutto del riconoscimento di una procedura di emergenza nell'interesse collettivo del porto e della città. In un quadro di riferimento nazionale in cui anche le norme contenute nella riforma perdono efficacia (è recente il caso dell'Imu sui porti) deve diventare un preciso dovere di tutti, anche delle istituzioni, tutelare e proteggere l'interesse pubblico».

La proposta degli agenti marittimi prevede, da un lato, l'impegno degli operatori portuali «a seguire puntualmente tutte le fasi del progetto sollecitando e stimolando i vari passaggi anche con presenza fisica negli uffici dove le pratiche si incagliano»; dall'altro, l'impegno dell'Autorità di sistema portuale del mar Ligure orientale (La Spezia e Marina di Carrara) a vigilare «sui tempi certi, non sforabili o negoziabili fra l'approvazione dei progetti e l'avvio dei lavori di nuove opere». Per l'associazione «il modello Expo di Milano ha dimostrato in termini innovativi che i tempi della burocrazia possono e devono essere tagliati, anche attraverso una pressione congiunta».   

«Se altrove i tempi della burocrazia - afferma Fontana - possono essere compatibili con i ritmi operativi e le aspettative di traffico, a La Spezia rischiano di diventare letali. È quindi necessario un nuovo patto per La Spezia, una vera e propria riscrittura delle regole del gioco». Fontana pone l'esempio delle barriere fonoassorbenti. «Al di là del fatto che proprio queste barriere inciderebbero in modo decisivo sull'impatto ambientale del terminal container denunciato in questi giorni dal sindaco di La Spezia – afferma - è paradossale per un opera di questo tipo sopportare anni di attesa per passare dal progetto ai fatti e per realizzare lavori che ancora oggi non sono stati neppure avviati».