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19 aprile 2024, Aggiornato alle 10,23
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Politiche marittime

«Il porto di Napoli? È un condominio»

Intervista al commissario Francesco Karrer. L'operatività dello scalo passa per il Piano regolatore e i dragaggi


di Paolo Bosso (da Repubblica Napoli di oggi)
 
«Il porto? È un insieme di condomini rissosi». Francesco Karrer sintetizza così lo stato dell'arte del porto di Napoli, di cui è commissario dal 30 aprile scorso. Il professore di urbanistica de La Sapienza di Roma è alla sua prima esperienza in un porto. Ora che è arrivato il sì di Bruxelles a una parte dei fondi comunitari (115 milioni a cui si aggiungono risorse locali) previsti nel Grande progetto del porto di Napoli, c'è da mettersi al lavoro.
 
Iniziamo con la Naples Shipping week. Cosa ne pensa?
«Mi sembra una bella novità, un evento di una certa importanza. Ha una portata internazionale di cui ne beneficerà tutta la città, non solo il porto. Basti pensare a un ospite come Sekimizu (Koji, segretario generale dell'International Maritime Organization ndr) che interverrà come relatore».
 
Ora che sono arrivati i fondi Ue, quando partiranno i primi bandi?
«È ancora presto, ma li stiamo preparando».
 
Come interverrete sul Piano regolatore portuale (Prp)?
«Prima ancora delle grandi opere, c'è da riportare lo scalo alla sua realtà. Il Piano deve rispecchiare una certa normalità, non dimentichiamoci che Napoli ha un ruolo economico per il Mezzogiorno prima ancora che per il resto del mondo».
 
Pesa ancora il no delle multinazionali alla delocalizzazione dei petroli?
«Non riassumiamo i problemi del Prp al veto dei petrolieri. C'è un problema più generale legato alla gestione dell'energia. Bisogna riorganizzare il porto dall'interno».
 
Passiamo ai dragaggi. Non si fanno escavi come si deve da troppo tempo.
«Questo è un problema nazionale, legato in parte a legislatori "distratti" che non tengono conto della realtà del mercato. Qui in Italia non riusciamo neanche ad avere l'autorizzazione alla gestione del materiale dragato. I porti italiani sono stanchi di non poter fare quello che altrove è ordinaria amministrazione».
 
Ora che il porto di Napoli sta cominciando a muoversi, è ancora sostenibile la necessità di un commissario?
«Questo non dipende da me, è una decisione politica. Lo chieda a Regione, Camera di Commercio, Comune e Provincia».
 
Nella foto, il varo della fregata Partenope nel 1834 nei cantieri di Castellammare di Stabia.