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18 aprile 2024, Aggiornato alle 16,01
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Politiche marittime

Il porto di Bari lascia le Zone economiche speciali

Emendate dalla Camera, sono rivolte ai porti del settentrione. Patroni Griffi: "Un'altra mortificazione del Meridione"


Devono ancora nascere ma le Zone economiche speciali (Zes) del Meridione – istituite ad agosto col "Dl Sud" ma ancora senza decreti attuativi – si stanno già allargando all'industrializzato Nord Italia. Oltre ad aver dato il via libera all'esenzione Imu per i terminalisti, la Commissione Bilancio della Camera ha approvato un emendamento alla finanziaria che introduce le Zone logistiche speciali (Zls) per i porti settentrionali. «Si chiamano diversamente ma sono sostanzialmente la stessa cosa», secondo Ugo Patroni Griffi, presidente del'Autorità di sistema portuale dell'Adriatico meridionale (Bari e Brindisi), il quale ha deciso di lasciare il gruppo di lavoro regionale sulle Zes per questo motivo.

Una mossa «legittima», secondo Patroni Griffi, di fronte all'«ennesima mortificazione del Meridione». Le Zls sono invece rivolte a porti «che hanno le infrastrutture moderne, l'alta velocità, sono vicini all'Europa, e alcuni di questi hanno addirittura il porto franco, a questo punto stiamo perdendo tempo». «Vorrei capire – conclude - cosa caratterizza le Zes rispetto alle Zls, in cosa sono competitive, perche allora non può essere solo il credito di imposta. Ci vuole qualcosa di più, una distinzione qualitativa tra le Zes e quelle altre cose. Ci vogliono dei vantaggi economici, procedurali, fiscali, doganali. Altrimenti abbiamo uno strumento la cui competività e attrattività nasce mortificata fin dall'inizio».