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17 aprile 2024, Aggiornato alle 18,17
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Il futuro delle "automare". Tra piccoli porti e grandi compagnie

Il seminario italo-francese sulle autostrade del mare tenutosi a Napoli ha raccontato l'evoluzione di questo sistema di trasporto. Crescita esponenziale negli ultimi 20 anni. Ma il Mediterraneo deve fare i conti con la carenza infrastrutturale dei porti. Guardando al Nord Africa di   Bianca d'Antonio  


«Le autostrade del mare in futuro non saranno più soltanto una opportunità, ma una necessità perché la strada non riuscirà in eterno ad assorbire la continua crescita di tir e traffico. Per questo le autostrade del mare sono destinate a rafforzarsi ed aumentare sempre più». Lo ha affermato Pasquale Russo, segretario generale di Conftrasporto, nel corso del seminario internazionale su "Le autostrade del Mare: quale avvenire?" promosso dall'Istituto Mediterraneo dei Trasporti Marittimi (IMTM) e realizzato dalla CCIFM, la Camera di Commercio italo-francese di Marsiglia. Non più interrogativi dunque, ma certezze sul loro futuro. Nella due giorni italo-francese, presenti l'assessore regionale ai Trasporti Sergio Vetrella; il presidente dell'AP di Napoli Luciano Dassatti; il direttore interregionale Campania e Calabria dell'Agenzia delle Dogane, Alberto Libeccio; il presidente dell'Istituto Italiano dei Trasporti Marittimi Christian Scopel e il presidente della Camera di Commercio Italiana per la Francia di Marsiglia Franco Bottiglioni. Si è partiti dall'analisi del fenomeno e dell'evoluzione delle autostrade del mare per passare poi alla promozione ed al sostegno di iniziative in favore degli scambi fra imprese italiane e francesi e, più in generale, alla necessità di un coordinamento fra i diversi attori istituzionali ed economici che operano nel bacino mediterraneo. Ed inoltre, si è discusso sugli aspetti giuridici, economici ed ambientali, sull'armonizzazione e sulle integrazioni con le altre modalità di trasporto. Insomma, una panoramica a tutto tondo su un fenomeno che, nato circa 20 anni fa, si è sviluppato in maniera esponenziale, soprattutto al sud, negli ultimi dieci anni. Merito innanzitutto degli armatori che hanno rischiato ed investito. Un esempio illuminante: il gruppo napoletano Grimaldi che ‒come ha spiegato e risposto efficacemente alle numerose domande Girolamo Carignani, Line manager Short sea– per primo ha creduto nello short sea e poi nelle autostrade del mare divenendo il numero uno in Europa. E merito poi dell'ecobonus, un incentivo indovinato messo a punto dallo Stato Italiano che sta per essere adottato anche dall'Europa. Bernard Francou, Jean Marie Millour (dell'Ufficio di promozione di Shortsea Shipping) e Bernard Dreyer si sono soffermati, in particolare sui progetti pilota Medamos 1 e Medamos 2 mirati a testare la validità di collegamenti in ambito mediterraneo tra l'Europa, il Nord Africa ed il Medio Oriente. Frèderic Dagnet ha fornito invece una panoramica dei programmi di sviluppo del grande porto di Marsiglia con particolare riferimento alle autostrade del mare ed alla interconnessione tra la modalità marittima e quella ferroviaria. Ma il futuro e sicuro sviluppo delle autostrade del mare – sottolinea Paul Kyprianou, ex presidente dell'European Ro/ro Carriers Action Group dell'ECSA -dovrà fare inevitabilmente i conti con la carenza infrastrutturale dei porti e gli inevitabili colli di bottiglia, con il caro carburante ed i problemi dell'inquinamento, con vincoli procedurali e burocratici, con una necessaria armonizzazione a livello europeo. Per questo sottolinea il senatore Salvatore Lauro, sono necessari accordi strategici tra i paesi europei e non sporadici incontri. Umberto Masucci, vicepresidente della Federazione del Mare, sostenitore convinto delle autostrade del mare che, in Campania, si sono rese protagoniste di una straordinaria performance tanto da rappresentare il 44% dell'intero traffico nazionale, prevede un futuro non più o non solo legato ai collegamenti mediterranei tra est-ovest, bensì tra nord-sud. «E' nel Nord Africa – sostiene Masucci- che dobbiamo portare le nostre eccellenze ed il nostro know how. Il futuro delle autostrade del mare nel Mediterraneo si gioca qui. In Italia invece, la risposta allo sviluppo si chiama infrastrutturazione dei porti e tempi certi e rapidi. Gli armatori la loro parte l'hanno fatta. Ora tocca al governo».

Bianca d'Antonio