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26 aprile 2024, Aggiornato alle 16,30
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Il dollaro forte colpisce le assicurazioni marittime

L'anno scorso i premi sono calati del 3 per cento. Grandi sinistri e crescita debole caratterizzano il mercato. L'analisi dell' International Union of Marine Insurance


L'anno scorso il dollaro forte ha fatto calare le assicurazioni marittime. Nel 2014 i premi sono stati pari a 32,6 miliardi di dollari, con un calo del 3,2 per cento. «Una riduzione dovuta per di più al dollaro forte, in particolare per le merci, che generalmente sono ascritte in altre valute» spiega Astrid Seltmann, vicepresidente dell'International Union of Marine Insurance (Iumi) che si è riunita la settimana scorsa in congresso a Berlino.

Crescita debole, grandi acquisizioni
Lo scenario attuale per le assicurazioni marittime è influenzato da una crescita debole e una Cina che rallenta e svaluta lo yen. Ma il 2014 è stato anche caratterizzato da un numero molto basso di "grandi perdite", il che lo ha reso anomalo. «La ripresa economica incrementa i premi, ma il ritmo di crescita è in calo. Sono anche aumentati i rischi dopo la frenata della Cina e non sappiamo quanto questi tenui scambi commerciali globali si rifletteranno sulla produttività», spiega Patrizia Kern-Ferretti, presidente del comitato Fact & Figures dell'Iumi. «Allo stesso tempo – continua – il nostro settore sta vivendo numerose acquisizioni e fusioni (margers & acquisitions) che globalizzeranno ulteriormente la capacità, presentando la possibilità di diversificare e di realizzare prodotti più specializzati. L'abbondanza di capitali e i nuovi talenti che sforneranno i margers & acquisitions – conclude Ferretti – hanno il potenziale per incrementare il numero delle compagnie di assicurazioni, il che manterrà la pressione sui prezzi».

Gli assicuratori temono i grandi sinistri
Lasciandosi alle spalle il "tranquillo" 2014, Nick Derrick, presidente del comitato cargo dell'Iumi, ritiene che i grandi sinistri possano avere una notevole influenza in futuro sul settore assicurativo marittimo. Un esempio è quello che è accaduto nel porto di Tianjin ad agosto scorso, quando una grossa esplosione al terminal Ruihai International Logistic ha provocato più di cento morti e quasi mille feriti. Nello scalo cinese Iumi ha calcolato perdite di carico per almeno 1,5 miliardi di dollari, «con alcuni rapporti che affermano che la cifra finale potrebbe salire a sei miliardi di dollari» spiega Derrick. «Gli assicuratori merci – continua - devono capire che la perdita in dollari potrebbe essere pari a ciò che sarebbe accaduto se l'intero porto fosse stato colpito, ad esempio da una catastrofe naturale come un terremoto o uno tsunami». 

Il settore global hull e offshore
Iumi si è soffermata ad analizzare due settori in particolare, il "global hull" e l'offshore. 
I premi per il settore global hull (pari al 23,2 per cento del reddito globale 2014) è ammontato a 7,6 miliardi, in calo del 5,8 per cento. Il mercato è stato colpito più di tutti dal dollaro forte, ma il numero molto basso di "grandi perdite" nel 2014 ha determinato un profitto tecnico sulle coperture assicurative. Il 2015 invece ha visto già un buon numero di total losses, il che porterà a risultati differenti quest'anno. «Il 2014 è stato un'eccezione» ha commentato il vicepresidente Seltmann.
Il premi del settore offshore (pari al 18,2 per cento del reddito globale 2014) sono cresciuti dell'11 per cento, raggiungendo i 5,7 miliardi. In futuro il mercato sarà condizionato dal basso prezzo del petrolio, che porterà allo slittamento o alla cancellazione di progetti offshore con la conseguente diminuzione di nuovi contratti di rischio. Secondo lo Iumi l'alto numero di perdite di quest'anno, il basso tasso di intersse ambientale e l'instabilità del mercato saranno i protagonisti di quest'anno.

Le quote di reddito delle assicurazioni nel mondo
Europa 52,6%
Asia-Pacifico 25%
America Latina 9,8%
Nord America 6,4%
Medio Oriente 3,1%
Africa 3%

I business
Trasporto e merci 51,9% 
Hull 23,2%
Offshore ed energia 18,2%
Responsabilità marittime 6,6%