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28 marzo 2024, Aggiornato alle 08,57
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Armatori

Hapag+Uasc, la Commissione Ue dice sì

A patto che l'armatore arabo esca dalle rotte consorziate tra Nord Europa e Nord America. Nasce il quinto armatore container, operativo nel 2017


a cura di Paolo Bosso 
 
La Commissione europea ha dato il via libera alla fusione tra l'armatore tedesco Hapag-Lloyd e quello arabo United Arab Shipping Company (Uasc), a patto che quest'ultima ritiri i suoi servizi dalle rotte commerciali consorziate tra Nord Europa e Nord America, clausola accettata da Hapag. «È molto importante che i mercati rimangano aperti. Gli impegni presi da Hapag-Lloyd garantiscono che l'acquisizione non comporterà aumenti di prezzi nelle rotte tra Nord Europa e Nord America», commenta il commissario europeo per la concorrenza Margrethe Vestager. L'alleanza dovrebbe essere operativa nel 2017.

Il fattore NEU1
La fusione porterà alla nascita della quinta più grande compagnia marittima specializzata nel trasporto di container. Entrambi offrono servizi su rotte commerciali consorziate che pianificano la capacità, i prezzi e i porti di scalo, elementi che impattano sulla concorrenza. La Commissione europea ha esaminato gli effetti di questa concentrazione su tredici rotte che collegano il Vecchio continente: le Americhe, il Medio Oriente, il subcontinente indiano, l'Estremo Oriente, l'Australia, la Nuova Zelanda, l'Africa occidentale, il Nord Europea e il Mediterraneo. Sulla base di questa analisi è stato rilevato che la fusione così come proposta dai due vettori avrebbe un impatto negativo sulla concorrenza nell'asse Nord Europa-Nord America, in cui sia Hapag che Uasc operano attraverso il NEU1 (ex Pendulum, insieme a Cma Cgm e Hamburg Sud con toccate a: Anversa, Rotterdam, Bremerhavem, Le Havre, Southampton, New York, Norfolk, Charleston, Savannah). Per evitare un monopolio su costi e capacità a scapito dei clienti, e in ultimo sui consumatori, la Commissione chiede il ritiro della compagnia araba da quest'ultima alleanza. Non ci sono problemi invece per quanto riguarda il controllo di Hapag-Lloyd nelle attività terminalistiche, di trasporto interno, di spedizioni e di rimorchio portuale, poiché lì sono attivi diversi fornitori.

I conti in rosso di Uasc
L'armatore arabo non se la passa bene. Nel 2015 ha rilevato una perdita netta di quasi 400 milioni di dollari su un fatturato di 3,3 miliardi. Anche nel semestre di quest'anno il bilancio è stato negativo: perdita netta di circa 200 milioni, un fatturato di 1,5 miliardi e un debito alla fine di giugno di 4,1 miliardi a fronte di una dotazione di capitale di quasi 2 miliardi.

Quando scattano le indagini dell'Ue
Dell'operazione di fusione se n'è parlato la prima volta ad aprile scorso, è stata annunciata dagli armatori a luglio e notificata da questi ultimi alla Commissione Ue il 3 ottobre. Una volta che una fusione viene notificata, la Commissione ha 25 giorni di tempo per decidere se approvarla o avviare un'indagine approfondita. Le indagini dell'istituzione europea scattano quando le operazioni di acquisizione coinvolgono aziende con un fatturato complessivo che supera i 5 miliardi di euro, oppure i 250 milioni per singola impresa (si veda il «Regolamento comunitario sulle concentrazioni»). La stragrande maggioranza delle acquisizioni, rende noto la Commissione, non pongono problemi alla concorrenza e vengono approvati dopo una revisione di routine. 

Uasc offre servizi di trasporto containerizzato con una flotta di 55 navi. Hapag-Lloyd offre servizi analoghi con 170 unità. Quest'ultimo è membro della G6 Alliance (Nyk, Oocl, Apl/Nol, Hyundai Mechant Marine, Mol) e del consorzio Slcs insieme a Oocl ed Msc.