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28 marzo 2024, Aggiornato alle 08,57
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Politiche marittime

Grimaldi, «Gli aiuti europei alle flotte "green"»

L'armatore napoletano, intervenuto al Ten-T Days di Rotterdam, auspica che i fondi Ue vadano a chi investe in scrubber e reblading


Contributi europei a quegli armatori che investono in green technology, è questo il messaggio che Emanuele Grimaldi, amministratore delegato dell'omonimo gruppo, ha lanciato in occasione dei Ten-T days tenutosi a Rotterdam il 21 e 22 giugno.

Sul versante dell'offerta, l'armatore napoletano ritiene che gli aiuti europei debbano premiare quegli operatori marittimi che stanno investendo per migliorare la propria efficienza ambientale, contribuendo così a ridurre le emissioni dell'intero sistema di trasporto europeo: «Gli aiuti dovrebbero andare a quegli armatori che investono in green technology per le navi esistenti, come l'installazione degli scrubber, il reblading o la pittura siliconica applicata alla carena, azioni che riducono l'emissione di gas nocivi da parte delle navi».

Per Grimaldi «le autostrade del mare non hanno bisogno di contributi pubblici. Gli aiuti europei dovrebbero andare direttamente agli utilizzatori dei servizi». «Uno strumento utile potrebbe essere - spiega - l'ecobonus a livello europeo da erogare ai trasportatori, una misura che ha avuto effetti benefici in Italia, primo paese ad averlo adottato, e che elimina il rischio di distorsione della concorrenza. Inoltre, l'ammontare del contributo erogato rappresenta solo una parte del beneficio monetizzato per la società generato dalla riduzione delle esternalità del trasporto».

Un'altra frontiera da raggiungere nel futuro, secondo l'ad del gruppo, «sarà la "jumboizzazione" che permetterà l'allungamento delle navi esistenti, permettendo così di aumentare sensibilmente la capacità di trasporto per merci e passeggeri, a parità di emissioni prodotte».
 
Una flotta più verde quindi, da premiare, ma che non significa adottare il gas come combustibile. Questa è un'altra cosa. «Non è una valida soluzione, almeno per ora, per varie ragioni: economiche, ambientali nonché logistiche. Non è più economico dell'olio combustibile e neanche meno inquinante, essendo anche esso un carburante fossile. Inoltre, la propulsione col gas implica casse maggiori per lo stoccaggio e quindi una riduzione della capacità di carico. Infine, non c'è da sottovalutare il problema scottante del rifornimento, in particolare nel Mediterraneo».