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16 aprile 2024, Aggiornato alle 15,53
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Grimaldi boicottato, Confitarma: "Inaccettabile"

La confederazione italiana degli armatori interviene sul caso della Eurocargo Bari, la nave della compagnia napoletana bloccata in Tunisia |  CNa-Fita scrive al governo  |  Il comunicato dell'armatore  


«La situazione venutasi a creare nel porto di Tunisi-La Goulette è gravissima». Confitarma interviene duramente sul caso del boicottaggio della nave Grimaldi in Tunisia. A parlare è il presidente Paolo d'Amico: «Vengono calpestati i più elementari principi di diritto internazionale sulla libertà dei traffici commerciali» ha detto in un comunicato. «Avevo già segnalato nel corso dell'assemblea di ottobre il comportamento inaccettabile delle autorità tunisine - prosegue d'Amico - e avevamo avuto assicurazioni dal sottosegretario Improta dell'interessamento della nostra amministrazione per garantire al nostro armatore la possibilità di operare in quel Paese nel rispetto dei principi di libera concorrenza e parità di trattamento con i vettori locali».
Una situazione difficile e spinosa per l'armatore napoletano. «Le proteste della COTUNAV, con pretestuose motivazioni di concorrenza sleale, hanno nuovamente provocato l'illegittimo comportamento delle autorità locali» ha concluso Confitarma. «Siamo costretti a rilevare la totale assenza di una strategia politica e diplomatica italiana - denuncia l'associazione - a difesa di interessi nazionali, e ciò è tanto più sorprendente se si considera che viene penalizzato chi produce e dà lavoro anche in un periodo di crisi come questo. Mi spiace dover sottolineare che anche i sindacati non sono riusciti a fare fronte comune in una situazione come questa che potrebbe rappresentare un pericoloso precedente».
Confitarma è attualmente in contatto con il ministero dei Trasporti e degli Esteri epr seguire la situaizone. «Abbiamo svolto tutti i possibili interventi ai più alti livelli, ma dopo 6 giorni dal fermo della nave, non abbiamo avuto alcun riscontro - afferma d'Amico - Nel frattempo la Tunisia riesce a tutelare i propri operatori, decidendo chi, dove e quando può operare nei suoi porti e condizionando di fatto l'operatività dei nostri servizi, mentre le autorità italiane continuano a tollerare impotenti e in silenzio tale situazione. Oltre all'evidente danno commerciale e di immagine che la compagnia di navigazione italiana sta subendo, è comprensibile che molti lavoratori marittimi temano di perdere il lavoro a seguito di una possibile interruzione della linea con prevedibili azioni di protesta».
Anche CNA-Fita è intervenuta sul caso, scrivendo ai ministri Corrado Passera e Giulio Terzi di Sant'Agata. «Alcune imprese nostre associate – si legge nella missiva firmata dal segretario Cinzia Franchini - si sono ritrovate coinvolte nella tipica ritorsione a sfondo commerciale con enormi disagi». «A poco più di un mese dal debutto degli accordi Euromed, previsto con l'inizio del 2013, si deve assistere a questo tipo di comportamenti da parte di compagnie armatoriali tunisine già operanti nei nostri scali».
Da qui la richiesta del ritorno alla normalità, «sarebbe infatti grave e preoccupante che – afferma Franchini - nell'ambito di collaudati accordi bilaterali tra Italia e Tunisia, non si riuscisse a garantire l'operatività in libera concorrenza tra armatori nel Mar Mediterraneo».
 
Il comunicato dell'armatore:
Dopo sei giorni di attesa, l'Eurocargo Bari, nave ro/ro del gruppo Grimaldi è tuttora ferma in rada a Tunisi per divieto di attracco da parte delle Autorità Tunisine. L'Eurocargo Bari, insieme alla sua gemella Eurocargo Cagliari, è impiegata sul servizio ro/ro tra Livorno, Genova, Palermo e Tunisi offerto dal gruppo partenopeo, con cadenza trisettimanale.
Nonostante il collegamento avesse ottenuto tutte le autorizzazioni necessarie da parte delle Autorità competenti Tunisine e fosse iniziato lo scorso 19 novembre con due approdi a La Goulette (porto di Tunisi), è stato bruscamente interrotto il 23 novembre con il divieto all'attracco della nave Eurocargo Bari per motivi di congestione nel porto. Da quel giorno la nave è ferma in rada mentre altre navi arrivate successivamente hanno avuto l'autorizzazione ad attraccare. E' quindi evidente che la congestione sia solo una giustificazione da parte delle autorità tunisine per dissuadere il gruppo Grimaldi dal continuare ad offrire il suddetto collegamento il quale non è gradito dalla compagnia di Stato Compagnie Tunisienne de Navigation (CTN).
Nonostante il coinvolgimento immediato del ministero degli Affari Esteri attraverso l'ambasciata d'Italia a Tunisi, la situazione è rimasta immutata con 30 membri dell'equipaggio rimasti bloccati sull'Eurocargo Bari, insieme al suo carico.
Nel frattempo, il gruppo Grimaldi è vittima di una campagna denigratoria e calunniosa sulla stampa Tunisina volta a ledere la sua immagine, campagna che sembrerebbe sia stata fomentata dalla stessa CTN.
Quest'aggressione è rivolta ad un gruppo il quale è presente in Tunisia senza interruzione da circa 50 anni attraverso investimenti importanti che producono benefici tangibili nel settore del trasporto, della logistica e del turismo con importanti ricadute a livello economico e sociale per il Paese Nordafricano.
Per sostenere gli sforzi del gruppo in Tunisia è stata inoltre creata nel 2011 "Grimaldi Tunisie", impiegando circa 50 dipendenti il cui numero dovrebbe aumentare nel futuro.
Il divieto all'attracco di cui è vittima il Gruppo Grimaldi ha avuto come risultato la reazione dei sindacati italiani i quali si sono immediatamente mobilitati per difendere i posti di lavoro dei lavoratori marittimi e portuali Italiani minacciati da un'eventuale interruzione del servizio offerto dal gruppo Grimaldi. Il gruppo Grimaldi auspica una rapida e definitiva conclusione della questione con la rimozione di tutti gli ostacoli posti all'attracco a Tunisi delle proprie navi ro/ro, invitando le Autorità Italiane ad intensificare i propri sforzi in tal senso nei confronti di quelle Tunisine.