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28 marzo 2024, Aggiornato alle 16,33
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Fratelli D'Amato investe in bulk, vlcc e offshore

A Ravenna l'armatore prende in consegna "F.D. Indomitable", platform supply vessel ad alto contenuto tecnologico. In previsione il rafforzamento dell'ufficio di Shanghai per operare con navi ed equipaggi cinesi di Bianca d'Antonio

Vara una nuova unità supertecnologica ed all'avanguardia e, attento all'evoluzione del mercato, cambia la strategia della propria compagnia. Il Cavaliere del Lavoro Luigi D'Amato (nella foto, accanto alla nuova nave), presidente della Fratelli D'Amato Spa, ha preso in consegna dal Cantiere Rosetti Marino di Ravenna, presieduto dall'ing. Gianfranco Magnani, la "F.D.Indomitable", un platform supply vessel ad alto contenuto tecnologico. L'unità, larga 16 metri, velocità di 14,5 nodi, portata lorda di 3mila tonnellate, costo di 35 milioni di euro e leva finanziaria superiore al 70%, è la quinta di otto unità gemelle costruite nel cantiere ravennate e la prima della nuova serie di quattro in consegna entro il 2012. Tenuta a battesimo da Anna Maria Tarantola, vicedirettore generale della Banca d'Italia, la "Indomitable" ha straordinarie caratteristiche di ingegneria, automazione e tecnologia che le hanno permesso di ottenere, dalla britannica Royal Navy, l'ambitissimo riconoscimento di nave "Gold Standard" per operazioni di assistenza e salvataggio. Le otto unità, realizzate su progetto della Rolls Royce, hanno il compito di fornire assistenza, carico e scarico di attrezzature e materiali in piena sicurezza alle piattaforme petrolifere situate anche nei mari più difficili, come il Mar Baltico ed il Mare del Nord, pur in condizioni meteo marine particolarmente avverse. Luigi D'Amato, da tempo trasferitosi a Losanna, continua a credere in questo mercato di nicchia ma, almeno per ora, non intende fare ulteriori commesse. "L'offshore – osserva l'armatore – è comunque il settore che, nelle sue varie componenti, mi entusiasma di più. Mi riferisco alle supply anchor handling ed alle cable layer, per esempio, dove intendo investire. I progetti attuali ci portano tutti in quella direzione dove è richiesta un'alta specializzazione che stiamo consolidando ormai da cinque anni". D'Amato parla della crisi nello shipping che considera ormai superata (la conferma arriva dalle banche, ben otto italiane che hanno finanziato gli otto suppliers), annuncia di aver disinvestito nel chimichiero (conserva in flotta un'unica chimichiera da 40mila) perché sul mercato ce ne sono troppe, conferma il suo disimpegno dal carico secco tradizionale (panamax) per puntare invece sulle bulk da oltre 200mila tonnellate e sulle vlcc. "Ho appena concluso –spiega l'armatore- con i cantieri giapponesi Imabari l'accordo per la costruzione della prima di una serie di bulk da 210mila tonnellate con la consueta formula del noleggio pluriennale con opzione di acquisto. Nel contempo prevedo una situazione analoga anche per le petroliere che, dalle attuali 100mila tonnellate, passeranno, nel giro di tre anni, alle 300mila. E questo perché, nei prossimi tre/quattro anni, la produzione di crude oil da parte di Brasile e Venezuela passerà, dagli attuali 7milioni di tonnellate l'anno dirette in  Cina, ai 70milioni entro il 2013. Con queste premesse, è ovvio che, nel trasporto, saranno privilegiate le navi più grandi come le vlcc". E non basta. Con una dichiarazione a sorpresa, l'armatore D'Amato annuncia: "I mercati asiatici la faranno ben presto da padroni soprattutto perché gli operatori dell'Estremo Oriente tenderanno ad acquisire tonnellaggio per trasportare la stragrande maggioranza delle loro comodities per cui non escludo di rafforzare la mia struttura a Shanghai per poter operare, in un prossimo futuro, con la bandiera cinese e con equipaggi locali più facilmente reperibili ed anche particolarmente preparati sotto il profilo tecnico".