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29 marzo 2024, Aggiornato alle 14,44
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Fincantieri affronta i sindacati

Lunedì l'incontro decisivo con i sindacati, pronti a scendere in piazza il primo ottobre. Il gruppo cantieristico: "Non assumeremo decisioni senza discutere con sindacati e istituzioni"


Dopo la fuga di notizie dei giorni scorsi su un piano di ristrutturazione da "lacrime e sangue", Fincantieri incontra i sindacati. Presso la sede romana della società, l'amministratore delegato del gruppo cantieristico, Giuseppe Bono, terrà un vertice con le delegazioni di Fiom, Fim e Uilm, guidate dai rispettivi segretari generali, Maurizio Landini, Giuseppe Farina e Rocco Palombella. 
Per le associazioni di categoria la prima cosa da scongiurare è l'ipotesi di chiusura di qualunque stabilimento, nonché il ridimensionamento degli organici. Per questo rilanceranno la richiesta di un intervento del governo perché rispetti gli impegni assunti nello scorso dicembre e metta in campo interventi per fronteggiare la crisi della cantieristica.
Alla vigilia dell'incontro, Fincantieri torna ad assicurare di «non avere assunto alcuna decisione e, comunque, prima di procedere in qualsiasi direzione ha ben presente la necessità di riaprire un'ampia discussione con il sindacato e le istituzioni».
La salute della cantieristica non è delle migliori. Ma, tenendo conto di una crisi economica che sta colpendo duramente il settore, negli ultimi 18 mesi Fincantieri è riuscita a finalizzare due importanti commesse, 3 navi da crociera per il gruppo Carnival e un mega yacht da 140 metri di lunghezza. Se negli anni d'oro del boom le navi ordinate al gruppo cantieristico italiano e agli altri cantieri europei erano 10-12 l'anno, mentre ora non superano le 6 unità, gli ultimi risultati comunque confermano una competitività mai persa. Pesanti le ripercussioni sull'occupazione. Purtroppo, un volume di lavoro ridotto a una costruzione ogni due mesi non è sufficiente a ripristinare il portafoglio ordini e saturare gli otto centri produttivi di Fincantieri. La domanda armatoriale complessiva ha conosciuto negli ultimi due anni un vero e proprio crollo, un calo degli ordini dell'80 per cento, che non ha risparmiato il settore cruise, il core business del gruppo.