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29 marzo 2024, Aggiornato alle 12,33
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Infrastrutture

FederPetroli Italia, a rischio i giacimenti libici

Situazione allarmante e fuori controllo si va verso il blocco totale delle forniture


Una dura nota di FederPetroli Italia mette sul banco d'accusa la politica degli ultimi quattro anni in relazione alla crisi libica. Il Califfato islamico è solo l'ultimo arrivato, la situazione si è deteriorata già prima della morte di Gheddafi. "Già nell'Audizione parlamentare alla Camera dei Deputati dell'aprile 2011 -dice Michele Marsiglia, Presidente della FederPetroli Italia- in merito alla criticità dell'approvvigionamento energetico dell'Italia in relazione alla crisi libica, avevamo informato il Governo sulla preoccupante situazione, chiedendo un intervento delicato e strategico per non avere ripercussioni violente sull'indotto petrolifero italiano. Questo non c'è stato, si è agito senza una chiara strategia ed oggi rischiamo un blocco totale delle forniture e la piena operatività petrolifera italiana in territorio libico, situazione già altalenante e con flussi non regolari in questi ultimi anni. Un paese principale fornitore per l'Italia di petrolio e parte di gas, una situazione che FederPetroli Italia aveva già annunciato da anni".
"Il Califfato Islamico è solo l'ultimo arrivato -commenta il presidente Marsiglia- da anni è mancata una strategia geopolitica e di dialogo costruttiva con la Libia. l'Italia ha atteso nuove alleanze politiche interne nella speranza di stabilità, sempre con un distacco, sia prima che dopo la morte di Gheddafi. Dopo ben quattro anni, la situazione è solo peggiorata". "Lo scenario -conclude Marsiglia- è stato da noi monitorato continuamente, come facciamo con diversi Paesi del Medio Oriente e, non sono mancate comunicazioni di pericolo, ma sicuramente l'argomento non era di primaria importanza e adesso, situazione fuori controllo. Tutti i giacimenti sia onshore che offshore riteniamo siano a rischio".