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16 maggio 2024, Aggiornato alle 16,23
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Politiche marittime

Deposito rifiuti non autorizzato, si ferma Fincantieri Monfalcone

Secondo i magistrati lo smaltimento non sarebbe trasparente. Ma non ci sono rischi ambientali. Critiche a un sequestro che blocca un cantiere molto importante


Sospetto di deposito smaltimento rifiuti non a norma, e lo stabilimento Fincantieri di Monfalcone è stato sequestrato ieri dai carabinieri del Nucleo operativo ecologico. Non ci sarebbero rischi ambientali, né per la salute degli operai. Il fermo rientrerebbe in un'indagine amministrativa più che ambientale.
 
L'indagine 
Un atto giudiziario arrivato alla fine di un'indagine avviata nel 2013 per verificare l'attività di stoccaggio e trattamento dei rifiuti di lavorazione del cantiere friuliano, dove sono impiegate cinquemila persone, 1,600 Fincantieri e 3,400 addetti alle ditte esterne. Negli ultimi due anni la Procura della Repubblica di Gorizia si è vista respingere la richiesta di sequestro prima dal Giudice delle indagini preliminari, poi dal Tribunale, per ottenerla infine dalla Cassazione.

Lo smaltimento degli scarti di lavorazione (lamiere, plastica, tubazione) viene effettuato da altre aziende in subappalto, non da Fincantieri. È qui che l'ipotesi di reato si concretizza: secondo la Procura friuliana potrebbe esserci una gestione dei rifiuti non autorizzata. 

Le ditte appaltatrici per lo smaltimento degli scarti di lavorazione delle navi utilizzerebbero un deposito temporaneo non autorizzato messo a disposizione da Fincantieri. Per la magistratura si tratterebbe di "deposito incontrollato", suscettibile di sanzione sulla base del decreto legislativo 152/2006 ("norme in materia ambientale"). 

Perché fermare un cantiere?
Non ci sarebbero rischi di inquinamento o per la salute. Il sequestro rientra quindi, più che in un'indagine ambientale, in una di tipo amministrativo. Ragion per cui diverse voci, tra giornalisti, istituzioni e mondo portuale, hanno criticato il sequestro di un cantiere navale molto importante, che attualmente è al lavoro su tre navi da crociera e che negli ultimi giorni ha varato una nave e avviato la costruzione della sua prima unità Msc Crociere
Fincantieri giudica il sequestro  «particolarmente gravoso», tenendo conto «dei danni che potrebbe provocare», cioè il ritardo delle commesse. Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Luca Lotti mette insieme Monfalcone e il porto di Taranto, che ieri ha revocato la concessione del Taranto Container Terminal. «Siamo molto preoccupati per ciò che sta accadendo a Taranto e Monfalcone – afferma - non escludiamo a questo punto un intervento normativo di emergenza». «All'assemblea del 28 maggio parlai di "manina anti-impresa", oggi sono stato superato dalla realtà, dai magistrati che hanno fermato la Fincantieri di Monfalcone. È un altro caso Ilva, sembra che in questo Paese non si voglia che le imprese operino. È una cosa particolarmente grave» ha commentato il presidente Confindustria Giorgio Squinzi.

Da ieri potrà lavorare solo l'amministrazione del cantiere e gli addetti agli impianti, ma non gli operai metalmeccanici. In pratica sono operativi 150 impiegati su circa cinquemila.