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28 marzo 2024, Aggiornato alle 16,33
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Cyber risk, un mercato assicurativo ancora immaturo

Gli attacchi informatici sono sempre più pericolosi per le compagnie, ma stentano ad affermarsi polizze ad hoc


di Adalberto BertoliDL News

 

Anche se, da uno studio prodotto da Allianz Risks Barometer il Cyber Risk si attesta come uno dei tre top business risk per il 2018, è di contro emerso durante l'ultima conferenza di Parigi della OECD (Oraganization for Economic Cooperation and Development), come il Cyber risks per il mercato assicurativo e riassicurativo risulti essere un mercato immaturo e non pronto. A suffragare questa tesi, il dato che mentre diversi business hanno già una forma di assicurazione specifica, solo il 20%-35% ha una copertura ad hoc contro i rischi cyber. A suffragare questi dati, è anche il parere di Warren Buffet, grande "guru" della finanza mondiale e azionista di maggioranza di uno dei più grandi gruppi del comparto assicurativo e riassicurativo, Berkshire Hathaway, secondo il quale i cyber risks non sono ancora sufficientemente percepiti e quindi la sua compagnia non sarà il pioniere della "Cyber Insurance". 

 

Ma quali possono essere le ragioni di questa affermazione? Una spiegazione può risiedere nell'estrema difficoltà di stabilire un premio, cioè un prezzo per questo tipo di polizza; mancano i dati attraverso i quali gli attuari delle varie compagnie di assicurazione arrivano a una tariffa profittevole. C'è ancora poca percezione dell'impatto economico che questi rischi possono portare, anche se molti li accostano, e con ragione, a eventi di tipo naturale (uragani e terremoti). Tuttavia, per ovviare a queste problematiche diversi brokers del settore assicurativo stanno studiando con le società del comparto informatico delle piattaforme dati, che possano fornire un concreto aiuto alle compagnie (es CyberCube sviluppato dal Broker Guy Carpenter con Symantec, e Willis Towers Watson con IBM Security).

 

Sembra quindi che il mondo armatoriale non sia interessato, al momento, a una specifica copertura "ad hoc", che lo metta al riparo anche contro la "Business Interruption" dovuta ad un  "cyber attack", ma  è proprio di questi giorni una nuova isolata richiesta di informazione da parte di qualche armatore. Se l'industria di settore spinge per arrivare in tempi brevi a un utilizzo commerciale dell "Autonomous vessel", con tutto quello che ne consegue, sarà prima o poi inevitabile un ricorso a questo nuovo tipo di polizza, che per un settore storicamente maturo come quello delle assicurazioni, specialmente del ramo Marine, diventerebbe un non trascurabile valore aggiunto. Il progetto per ora è nel cassetto, ma lo studio deve andare avanti.