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Crociere, un mondo a parte

Da dieci anni il settore non smette di crescere. Gli occupati in Europa sono 327mila. L'Italia torna leader nel traffico. Fino al 2016 saranno venti le navi in costruzione, con il nostro paese che guida le commesse. L'analisi di Clia


di Paolo Bosso 
 
In Europa non c'è crisi per le crociere. Gli investimenti e i passeggeri sono sempre in crescita, ormai da dieci anni a questa parte, con l'Italia che si riprende la leadership nel traffico passeggeri, mantiene il primo posto come meta preferita, ma registra un lieve calo nell'occupazione diretta. E' questo in sintesi il responso dell'usuale analisi annuale di Cruise Line International Association, l'associazione che rappresenta l'industria crocieristica del Vecchio Continente raggruppando trenta operatori del settore e trentaquattro società marittime. Clia ha raccolto e sistemato i dati del 2012 presentandoli ieri a Bruxelles.
 

L'Italia. Il nostro paese è il primo in Europa, seguito da Germania e Regno Unito, per contributo diretto (28% sull'intero continente, pari a 4 miliardi di euro, in crescita dello 0,2%). E' quello che ordina di più (9 ordini su 20 totali nel triennio 2013-2016, un valore pari a 4 miliardi). Stesso discorso per l'occupazione. Le crociere in Italia danno lavoro a 99.556 persone, in calo dello 0,4%. Per quanto riguarda i porti di approdo, anche qui vantiamo un primato, anzi ce lo riprendiamo. Dopo che Barcellona ha guidato nel 2011 la classifica, nel 2012 Civitavecchia ritorna in vetta con 2,2 milioni di passeggeri movimentati, il traffico più alto d'Europa. In Italia seguono Venezia (1,8 milioni) e Napoli (1,2 milioni) che però si vede incalzata da Genova che quasi certamente quest'anno si prenderà l'ultimo gradino del podio. «In un momento così delicato – afferma Roberto Martinoli, delegato Clia per l'Italia e presidente Commissione Navigazione a Corto Raggio di Confitarma - il comparto delle crociere regala al nostro paese una posizione di leadership europea per occupazione, contributo diretto all'economia, ordini per la cantieristica, vitalità portuale. E' un risultato di cui siamo fieri, che rappresenta per l'industria un impegno che intendiamo portare avanti».  
L'Europa. Guardando al continente europeo nel complesso, il contributo totale che le crociere danno all'economia è significativo: 37,9 miliardi (erano 36,7 nel 2011, +3,2%). Cantieristica in ripresa dopo il rallentamento degli ultimi anni. Sono venti gli ordini incamerati da qui al 2016, navi capaci di accogliere nel complesso 60mila passeggeri e che insieme valgono 10,5 miliardi. Sono 5,7 milioni i passeggeri imbarcati nei porti europei, in crescita del 2,5%. Di questi, 900mila provengono da paesi extra-Ue. Occupazione a 327mila unità, in crescita del 3,6% (erano 315.500 nel 2011). Il settore manifatturiero, guidato dalla cantieristica, ha rappresentato il 46% della spesa dell'industria crocieristica, il 23% dei posti di lavoro e il 31% del costo diretto.
Le crociere in Europa sono un'industria «vibrante, dinamica e crescente» secondo Christine Duffy, presidente e amministratore delegato Clia. «Nonostante la crisi economica globale – sottolinea – il numero di persone che hanno scelto una vacanza in crociera in Europa è più che duplicato negli ultimi dieci anni. Il settore ha attratto quasi un milione di passeggeri da fuori Europa», incrementando l'occupazione diretta. Nota dolente sulla burocrazia, sottolinea Pierfrancesco Vago, vicepresidente Clia Europe e amministratore delegato Msc Crociere. Bisogna semplificare le procedure sui visti: «Dovrebbero essere considerati – spiega - uno strumento di sicurezza, ma anche un mezzo di promozione del turismo, del commercio e degli investimenti. Chiedo, quindi, che la Commissione Europea semplifichi e velocizzi l'implementazione di una policy comunitaria per risolvere questo problema, se possibile già per la fine del 2013».