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19 aprile 2024, Aggiornato alle 18,53
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Infrastrutture

Crisi Conateco, "Il governo non valuta i piani industriali"

Botta e risposta tra sindacati e ministero dei Trasporti, che precisa che il solo ente che valuta i conti del terminalista è l'Autorità portuale


di Paolo Bosso 
 
Né il governo, né tantomeno un ministero possono chiedere un piano industriale a una società privata. Il governo può chiedere i conti soltanto degli istituti pubblici, come l'Autorità portuale, che a sua volta li chiederà ai privati a cui dà la concessione degli spazi pubblici. È la precisazione che il dirigente degli uffici del dicastero dei Trasporti, Ivano Russo, fa ai segretari Fit-Cisl Campania (Giuseppe Esposito) e Cisl Campania (Lina Lucci) in merito al piano industriale che il terminalista del porto di Napoli sta consegnando in queste ore all'Autorità portuale di Napoli.

Un botta e risposta tra sindacati e governo per chiarire funzioni e cavilli, generi e specie, tradendo di fatto un certo nervosismo attorno allo stato di crisi di un terminal che a fine luglio ha fatto richiesta di cassa integrazione straordinaria per i suoi oltre 350 dipendenti. Tutto è iniziato oggi, con una lettera dei sindacati in cui, all'indomani dell'incontro del 3 settembre a Roma sulla vertenza Conateco, si chiede ad Autorità portuale campana, Conateco, ministero dei Trasporti e del Lavoro, «con riferimento a quanto stabilito da Ivano Russo», «il piano industriale 2015-2017 della Conateco». La risposta di Russo è immediata: «non ho fatto riferimento ad alcun piano industriale di Conateco. Ho detto che la legge 84/94 (art. 6 commi a, b, c e art. 8) prevede che le autorità portuali svolgano annualmente attività di verifica sull'effettivo svolgimento del piano delle attività e degli investimenti che il terminalista, all'atto di richiesta di nuova concessione o rinnovo di essa, è tenuto a presentare. Si tratta dei cosiddetti "requisiti" affinchè il contratto concessorio possa essere ritenuto dall'AP valido e produttore di effetti giuridici. Tali investimenti possono / devono riguardare 1) infrastrutture, 2) sovrastrutture e mezzi, 3) livelli occupazionali».

In poche parole, i sindacati chiedono all'autorità portuale di Napoli il piano industriale "come richiesto da Russo", quest'ultimo precisa di non aver chiesto nulla di tutto questo, piuttosto all'ente pubblico autorità portuale di Napoli di verificare il piano delle attività e degli investimenti, cioè il piano industriale. «Il piano industriale di un'azienda è un'altra cosa, di fatto e di diritto, e non è mia o nostra competenza valutarlo. Per tanto, come già erroneamente riportato da alcuni organi di stampa, non avrei io potuto pretenderlo dal terminalista». Gli "organi di stampa" saremmo noi, Informazioni Marittime, che abbiamo titolato il pezzo sull'incontro di Roma così.
 
«Non so se esso [il piano industriale] – continua Russo - rappresenti una condizione vincolante per altri aspetti della vostra vertenza, a cominciare dalla eventuale richiesta o concessione di cassa integrazione, ma su questo sono altre le amministrazioni, vostre interlocutrici, competenti e deputate a tali valutazioni» .«Vi pregherei - conclude stigmatico Russo a Lucci ed Esposito - di evitare di ingenerare equivoci terminologici e ulteriori conflitti di ruoli e attribuzioni di competenze, in uno scenario complessivo che mi pare già abbastanza complesso di suo».

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Lo scrivente, Paolo Bosso, riconosce l'eccessiva sintesi nel titolare "Governo chiede a Conateco piano industriale". A seguire la logica, però, non si sbaglia mai, e la mia è stata un'inesattezza dettata da esigenze di titolo.

Vorrei farla anche io, però, una precisazione. L'Autorità portuale è un ente pubblico dello Stato, il governo è l'organo esecutivo dello Stato. Tra Autorità portuale e governo non c'è quindi una relazione diretta, ma entrambi appartengono alla stessa categoria giuridica, quella dello Stato. Due specie diverse, stesso genere. L'inesattezza sta nel saltare, al livello di linguaggio, la "mediazione" istituzionale dell'Autorità portuale, riferendosi al solo governo, che non sarà certo lui, direttamente, a valutare il piano industriale di Conateco. Ma in un certo senso, indirettamente lo fa, se chiede all'Autorità portuale di verificare «l'effettivo svolgimento del piano delle attività e degli investimenti» di un terminalista. Non è il governo che sta guardando i conti di Conateco, lo sta facendo l'Autorità portuale, ma non esageriamo con le precisazioni, altrimenti sembrerebbe che Autorità portuale e governo siano del tutto estranei. Allora perché incontrarsi?
 
Quindi, ad essere estremamente precisi come solo un avvocato può esserlo – ma non un giornalista, pena l'illegibilità – il titolo più appropriato avrebbe dovuto essere "Governo chiede all'Autorità portuale di Napoli di chiedere a Conateco un piano industriale". Chiedo venia.