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18 aprile 2024, Aggiornato alle 19,59
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Costa Concordia, mare e vento dettano i tempi

Dopo lo stop di ieri dovuto allo spostamento della nave, i sommozzatori riprendono le attività di soccorso. Un anno di tempo per rimuovere il relitto. In poco più di un mese lo svuotamento all'84% del carburante di Paolo Bosso  


4,3 centimetri in sei ore. Sembrano pochi, ma per una nave da più di centomila tonnellate sono tanti. Troppi. Così i sommozzatori, che da più di due settimane cercano i dispersi del Costa Concordia, si sono fermati per una giornata intera, per poi riprendere le attività questa mattina. La brutta notizia per il relitto naufragato il 13 gennaio di fronte le coste dell'Isola del Giglio in Toscana è che per rimuoverlo ci vorranno "dagli 8 ai 10 mesi" come informa il commissario della protezione civile Franco Gabrielli. Se a questi aggiungiamo i due mesi necessari per la stesura del progetto da parte di Costa Crociere, i tempi raggiungono l'anno.
La società olandese Smit&Salvage, che si occupa del pompaggio del combustibile, inizierà non appena possibile la bonifica della nave a partire dai sei serbatoi che contengono circa il 67% del combustibile, per poi passare alla seconda fase che prevede il prelievo nei restanti nove serbatoi. Queste operazioni consentiranno di prelevare circa l'84% del carburante, mentre la parte rimanente, prevalentemente nella sale macchine, prevede un intervento particolarmente complesso che sarà realizzato solo in una fase successiva.
Il sindaco dell'isola Sergio Ortelli, così come i commercianti, sono preoccupati per la ricaduta economica. La zona, gioiello turistico e ambientale, potrebbe veder calare drasticamente prenotazioni e afflussi. A parte la quota di curiosi attirati proprio dal relitto, non bisogna dimenticare che la nave rende molto difficile l'accesso al porto.
Mentre mancano all'appello ancora 15 persone, con la ripresa delle attività è stato aperto un varco al ponte 5. Gli esperti del comitato tecnico-scientifico della protezione civile cercano di tranquillizzare gli animi parlando di un movimento "fisiologico" della nave dovuto alle correnti e al vento. Più che sufficiente a ritardare le operazioni di soccorso allungando i tempi della fine dell'emergenza. Perciò, anche se Gabrielli assicura che in 28 giornate lavorative sarà svuotato l'84% del bunker di Costa Concordia, saranno sempre mare e vento a dettarne i tempi. 
 
Paolo Bosso