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16 aprile 2024, Aggiornato alle 08,44
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Confetra, "I container Hanjin potrebbero sbarcare in Italia"

Secondo Marcucci è sufficiente che Hanjin faccia ricorso alla Corte d'Appello


I cinquemila container di Hanjin destinati all'Italia potrebbero essere sbarcati nel nostro Paese subito e senza rischio di sequestri, ma solo se il governo italiano intervenisse direttamente sollecitando l'armatore coreano a depositare presso la Corte d'Appello di Roma ricorso per ottenere "protezione legale" (come ha recentemente accennato lo stesso ministro dei Trasporti Graziano Delrio). Lo afferma Confetra che, insieme a Federagenti e Fedespedi, hanno scritto al ministro dello Sviluppo Economico e a quello dei Trasporti.

Questi cinquemila contenitori (entro l'anno si calcola che saranno circa 15mila) arriveranno in ogni caso, prima o poi, in Italia, ma con costi aggiuntivi stimati in oltre 20 milioni di euro, calcola Confetra: il prezzo per sbarcarli in altri porti europei e portarli infine da noi. In Spagna e Germania, segnala la Confederazione dei trasporti e della logistica, i contenitori dell'armatore in amministrazione controllata possono essere già scaricati tramite una protezione legale. «Il tempo stringe. C'è il timore che in molti casi i danni diventino irreparabili», commenta Nereo Marcucci, presidente Confetra.

Nel porto di Valencia è infatti già iniziato lo sbarco di contenitori italiani, circa 3,500, che saranno poi trasferiti qui con un aggravio di costi per gli operatori. «Ciò che è stato possibile a Valencia, sarebbe possibile con adeguata e urgente procedura attivata da Hanjin anche in altri Paesi Ue, magari in un solo porto che potrebbe essere Genova», conclude Marcucci.