|
adsp napoli 1
18 aprile 2024, Aggiornato alle 12,55
forges1

Informazioni MarittimeInformazioni Marittime

unitraco2
Logistica

Confcommercio e le opere incompiute che rallentano il Paese

Il Libro Bianco dell'associazione mette in luce le carenze della rete stradale italiana e la pericolosa lentezza nell'utilizzo dei fondi comunitari, stanziati soprattutto per il Mezzogiorno


Se nel 2010 l'Italia avesse messo in campo politiche di miglioramento dell'accessibilità stradale del Mezzogiorno, portandolo agli standard raggiunti in Lombardia, ciò si sarebbe tradotto in un incremento del 3,2 per cento del Pil, quantificabile intorno ai 50 miliardi di euro. Il dato è stato calcolato dall'ufficio studi di Confcommercio e pubblicato nel Libro Bianco sui Trasporti e le Infrastrutture. Le gravi lacune della rete viaria del Bel Paese emergono anche dando uno sguardo ai costi chilometrici medi, che si dimostrano poco concorrenziali rispetto all'offerta sul mercato: 1,579 euro a chilometro, contro l'1,518 della Francia, l'1,530 della Germania, l'1,206 della Spagna, l'1,047 della Polonia e addirittura lo 0,887 della Romania. Con un parco veicoli circolante di 41,4 milioni di unità – si legge nel documento – l'Italia ha un record mondiale ed europeo per densità in rapporto alla propria rete stradale. L'aumento, rispetto al 1970, è stato del 271%, a fronte di una crescita dell'intera rete stradale del paese del 34%. Si è dunque passati da 81 a 225 veicoli per ogni km di strada disponibile. Sul fronte infrastrutturale, la penisola ha una densità autostradale di 2,2 km ogni 100 km quadrati rispetto a 5,5 di Olanda, Belgio e Lussemburgo, 3,6 della Spagna e 2,7 della Germania. La velocità media attuale nei maggiori centri urbani ricorda da vicino quella raggiunta alla fine del '700: oscilla intorno ai 15 km/h e scende fino a 7-8 km/h nelle ore di punta.
Ad andar piano non sono solo i veicoli, conclude il rapporto di Cofcommercio, che denuncia "la pericolosa lentezza con cui si stanno utilizzando i 41,2 miliardi di fondi strutturali e FAS stanziati per il quinquennio 2007-2013" e destinati per l'85 per cento nel Mezzogiorno. Al momento risulta impiegato solo il 12% delle risorse. Incombe il rischio che a fine anno si debbano restituire a Bruxelles 2,6 miliardi di euro, cioè la porzione comunitaria dei fondi FAS stanziati.