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26 aprile 2024, Aggiornato alle 17,27
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Politiche marittime

Concessioni, il governo prende tempo

Mentre deciderà se fare o no un nuovo regolamento, ha chiesto a Genova di rendere pubbliche le istanze di rinnovo


Le istanze di rinnovo delle concessioni portuali in scadenza possono rinnovarsi automaticamente o devono andare necessariamente in gara? Per il momento, rendetele pubbliche. È questa la risposta che il governo ha dato al porto di Genova, e indirettamente a tutte le autorità portuali italiane, dopo la lettera del presidente del porto ligure Luigi Merlo. Mentre Palazzo Chigi studia il caso - per stabilire se emanare un nuovo regolamento sulle concessioni demaniali o attenersi alle procedure del Codice della navigazione - Palazzo San Giorgio renderà pubbliche per sessanta giorni le singole istanze di proroga pervenute nelle scorse settimane all'Autorità portuale di Genova, che riguardano per la maggior parte istanze in scadenza nel 2020. A renderlo noto il segretario generale dell'Authority genovese, Giambattista D'Aste, dopo un incontro a Roma con i ministeri competenti in materia.
 
«Con questa procedura il mio successore avrà tutti gli elementi corretti e necessari per valutare le istruttorie e sottoporre al Comitato portuale le valutazioni finali», commenta soddisfatto Merlo, la cui carica scade a febbraio 2016.

L'Ue aperta ai rinnovi
Per la Commissione europea, sulla base della "Comunicazione su una politica europea dei porti" del 18 ottobre 2007 – come osserva Informare -, il rinnovo di una concessione «è assimilabile a una nuova concessione». «Le autorità pubbliche – si legge - sono vincolate da un obbligo di trasparenza che comporta una pubblicità adeguata della loro iniziativa, una procedura equa e non discriminatoria, con possibilità di ricorso», affinché «la concessione sia aperta alla concorrenza e sia possibile controllare l'imparzialità delle procedure d'aggiudicazione».
In poche parole, per l'Ue (sulla base di una comunicazione non vincolante per nessuno Stato membro) le concessioni in scadenza si possono rinnovare automaticamente anche senza gara, purché la procedura sia trasparente e aperta a ricorso. Ma per l'Italia è proprio il ricorso ha costituire l'elemento paralizzante delle procedure non solo di assegnazione dei bandi gara, ma anche dei rinnovi.

Le idee del governo
Sulla base dell'ultima bozza di riforma dei porti - approvata dal Consiglio dei ministri - le concessioni demaniali dovranno rendersi omogenee, prima o poi, all'ordinamento comunitario. Il governo italiano le vorrebbe con una durata più elastica, e non stabilita una volta per tutte alla firma del contratto tra concessionario e Autorità portuale. In altre parole, se non garantisce occupazione, piani d'impresa e investimenti, la concessione dovrebbe essere più facile da revocare. Inoltre, le opere in concessione potrebbero essere a carico del concessionario subentrante, con «un indennizzo – si legge nell'ultima bozza di luglio della riforma dei porti  – corrispondente al valore commerciale o del costo di rimpiazzo dei beni».