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18 aprile 2024, Aggiornato alle 19,59
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Eventi

«Che fine ha fatto la riforma portuale?»

Se lo chiede il presidente Federagenti Michele Pappalardo, nel corso di un convegno a Lerici. Appello al governo a presentare un testo di riforma dei porti


«Ma la riforma portuale, che fine ha fatto?». Già, annunciata in pompa magna ad aprile da due diversi schieramenti, prima dal ministro dei Trasporti Maurizio Lupi e subito dopo dal Partito Democratico, a che punto sono i lavori parlamentari per la riforma della legge 84/94? Così il presidente Federagenti Michele Pappalardo è intervenuto oggi a Lerici (La Spezia), dove si sta svolgendo un convegno organizzato dall'Autorità portuale di La Spezia, lanciando un appello al governo. «Siamo costantemente preoccupati – ha affermato Pappalardo – quando la politica mette le mani sulla gestione dei nostri porti e su un settore che in questi anni ha prodotto ricchezza e occupazione».
Il j'accuse di Pappalardo è contro lo scarso interesse del governo verso questa riforma, manifestato recentemente con l'accorpamento delle direzioni del ministero dei Trasporti competenti sul settore marittimo e portuale, «quando quattro direzioni competenti sui trasporti terrestri inspiegabilmente sopravvivono a qualsiasi spending review». «Abbiamo bisogno di interlocutori che parlino il nostro linguaggio - spiega il presidente Federagenti - forse sarebbe il caso di copiare quanto altri paesi stanno facendo, ad esempio ripensando alla necessità di un ministero del mare o quantomeno a un soggetto unico di riferimento».
Di uno sportello amministrativo unico per le imprese e per le aziende produttive, che sulla falsariga di quanto sta accadendo con lo sportello unico doganale, accorpi tutti i controlli di tipo amministrativo cui sono sottoposte le aziende, riducendo quindi gli oneri burocratici e anche i rischi di corruzione, ha parlato Giuseppe Peleggi, direttore generale delle Dogane. Forti perplessità del mondo imprenditoriale circa le possibilità di veder effettivamente realizzata una legge di riforma del settore portuale, che non rischi di essere peggiorativa rispetto all'esistente, sono state espresse da Marco Simonetti, vice presidente terminal marittimi di Contship Italia.
Peraltro, a fronte delle preoccupazioni circa uno stop all'iter della riforma, si sono evidenziate anche quelle relative all'assenza, all'interno dei progetti di riforma, di una analisi e di proposte su due tematiche essenziali, quali le concessioni portuali e il tema del lavoro. I lavori del convegno sono stati conclusi da Marco Filippi, capogruppo PD in Commissione lavori pubblici e comunicazioni del Senato, che ha sollecitato, indirettamente, il governo a presentare un testo, "anche migliorabile" di riforma, sottolineando come uno stop risulterebbe "esiziale" per il settore. Il sottosegretario all'Economia, Giovanni Legnini, replicando direttamente a quanto sostenuto a più riprese dal presidente dell'Autorità portuale di La Spezia, Lorenzo Forcieri, ha affermato che esiste una consapevolezza piena nel governo circa l'importanza strategica del comparto della logistica e dei porti.