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19 aprile 2024, Aggiornato alle 18,53
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Politiche marittime

"C'entra poco la governance, la colpa è degli operatori"

L'opinione di Antonio Sticco (Accsea) sulla crisi del porto di Napoli


di Paolo Bosso 
 
«Qui si parla solo di un porto commissariato, ma la verità non è tutta qui». Antonio Sticco, presidente Accsea (Associazione Campana Corrieri Spedizionieri e Autotrasportatori) ci tiene a sottolineare come stanno le cose nel porto di Napoli. Il commissariamento, secondo Sticco, «è una concausa. Nessuno mette l'accento sulla vera crisi del porto che va oltre la latitanza degli enti pubblici ma risiede anche nella poco incisività degli operatori».
 
In che senso?
«C'è una burocrazia soffocante e rimandataria che non ha creato una classe dirigente capace di risolvere i problemi del porto. Ci siamo cullati sulle statistiche. Si è scritto molto è fatto nulla».
 
Allora cosa bisogna fare?
«Dobbiamo sperare che il governo Renzi metta la portualità tra le priorità. Una portualità sgombra dai lacci e laccioli burocratici, con nomine dirigenziali che possano veramente portare allo sviluppo del porto, alle riduzioni delle tariffe, a tempi celeri e certi per l'intermodalità. Ma soprattutto che ognuno per la propria parte si attivi a collaborare al massimo per ottenere quei benefici che portano occupazione».
 
Come stanno le case di spedizione?
«In questi anni di crisi, delle 1.200 persone che lavorano in questo settore, il 30% sono rimaste a casa».