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19 marzo 2024, Aggiornato alle 09,02
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Infrastrutture

Campania presenta il Pot dei porti con Delrio

Napoli è tutta da ricostruire partendo da ferrovie, dragaggi e nuovi spazi. Salerno sta messa decisamente meglio. Il Piano 2017-2019 dei due scali


di Paolo Bosso 
 
L'arrivo dei treni, i dragaggi, un po' di waterfront e soprattutto una riorganizzazione degli spazi perché il porto di Napoli, oggi, è molto disordinato. I contenuti del Piano operativo triennale (Pot) 2017-2019 dell'Autorità di sistema portuale (Adsp) del Tirreno centrale sono stati presentati oggi, in pompa magna di fronte al ministro dei Trasporti Graziano Delrio, alla stazione marittima dello scalo partenopeo. Un porto, quello di Napoli, che dopo anni di arretramento istituzionale (commissariamento) e imprenditoriale (servizi persi) sta vivendo un rinascimento. Per ora fatto di soli progetti, conclami decisionisti e tanta attenzione alla comunicazione, come mai prima d'ora, come dimostra l'evento con Delrio di oggi: la prima presentazione pubblica di un Pot all'indomani della riforma della legge sui porti da parte della prima amministrazione portuale ad essersi insediata operativamente con un Comitato di gestione (istituzioni) e un Tavolo di partenariato (operatori/imprenditori). Insomma, tanti annunci per ora, ma se si pensa allo zero fatto in questi ultimi anni il fenomeno, di per sé, è rilevante e deve far ben sperare. E gli operatori portuali, intanto, sono molto contenti.
 
Pur trattandosi di un piano campano, in realtà il Pot riguarda soprattutto Napoli, per una ragione che non fa che onore a Salerno: il porto di Napoli è tutto da ricostruire, fisicamente e istituzionalmente, Salerno no, anzi, sta vivendo la sua più grande crescita da quando esiste come scalo commerciale. Inoltre, è molto più piccolo di Napoli, cosa che ne rende più facile il virtuosismo. E, infatti, ha mostrato in questi anni un dinamismo istituzionale e imprenditoriale che il capoluogo si sogna. Ciò non toglie che Salerno ha opere da realizzare, le più importanti delle quali sono l'allargamento dell'imboccatura, i dragaggi e Salerno Porta Ovest per le autostrade del mare. Il primo è fondamentale per non rischiare di mandare indietro alcune navi, cosa già successo recentemente. Infine, c'è un'idea per un garage multipiano insieme a Grimaldi Lines, principale operatore ro-ro del porto, di cui risulta, per ora, il benestare dell'operatore e dell'Adsp al progetto.

Dragaggi a Napoli
Entro luglio il presidente dell'Adsp, Pietro Spirito, ha intenzione di avviare i lavori per i dragaggi nel porto capoluogo (Informazioni Marittime ne ha parlato qualche giorno fa in un approfondimento). «Un miracolo» se ci si riuscisse, come ha chiosato Delrio. Un cronoprogramma realistico se si considera che la commissione di gara si è insediata a metà marzo e ha il canonico mese lavorativo per assegnare l'appalto. Due anni di lavoro qui contro i nove mesi a Salerno che per di più deve escavare quasi il doppio dei sedimenti. Perché? «Perché Napoli è sito Sin e si richiedono analisi aggiuntive, una normativa più stringente», spiega Spirito. Già, il Sin, l'area ambientalmente delicata che anziché portare tanti soldi, come sperava chi ha avuto la brillante idea di includere Napoli in un Sito di Interesse Nazionale, ha portato, qui dove ovunque è stato istituito in Italia, un business delle analisi ambientali che ha paralizzato le opere.

Ferrovie e interporti
«Napoli Traccia non ha futuro, è in un'area urbanizzata con binari di formazione al massimo di 350 metri. Con Rfi stiamo studiando un collegamento tra la darsena di Levante e la rete nazionale con binari da 750 metri». È questa, nelle parole di Spirito, l'idea dell'Adsp per collegare finalmente il porto con gli interporti di Nola e Marcianise. Nei giorni scorsi c'è stato un accordo con Rete Ferroviaria Italiana in questa prospettiva. L'Adsp vorrebbe, entro fine luglio, presentare uno studio di fattibilità. Il modello sarà quello delle grandi stazioni ferroviarie di passaggio nordeuropee, come Monaco. Se tutto questo si concretizzerà, sarà l'accantonamento definitivo di un'altra grande speculazione, quella di Porto Fiorito, un cantiere da 120 milioni di euro aperto quasi sei anni fa per realizzare un polo nautico a poche centinaia di metri dalla darsena petroli (!) e container (!).