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29 marzo 2024, Aggiornato alle 14,44
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C'è una popolazione di zifi al largo di Civitavecchia

Si chiude la campagna estiva di monitoraggio cetacei promossa dall'Accedemia del Leviatano. Nel Nord Tirreno una storica popolazione di delfini zifi


Si è conclusa la campagna estiva di monitoraggio cetacei nel Tirreno centrale ad opera dell'associazione Accademia del Leviatano e della Fondazione Cariciv. 
Anche quest'anno gli avvistamenti, avvenuti a bordo dei traghetti Sardinia-Ferries, sono stati numerosi con centinaia di animali osservati, in gran parte balenottere e stenelle. «L'utilizzo dei traghetti - i spiega Luca Marini dell'Accademia - ci permette di monitorare a basso costo una regione di mare molto vasta. Già nel 1990, tra i primi in Europa, utilizzavamo le navi delle Ferrovie dello Stato per avvistare balene e delfini nel Tirreno centrale. Come anche confermato da numerosi ricercatori nel nord Atlantico, infatti, la velocità di crociera e l'altezza sull'orizzonte sono ideali per poter realizzare survey di cetacei».
La scoperta interessante riguarda l'esistenza di una popolazione storica di delfini zifi (nella foto) al largo delle coste di Civitavecchia. «Molto spesso - racconta Ilaria Campana, ricercatrice dell'Accademia - avvistiamo gli zifi poco dopo la partenza dal porto di Civitavecchia. Questi animali li abbiamo osservati nello stesso punto per quattro anni consecutivi, ma abbiamo appurato che vivevano nello stesso luogo anche negli anni '90, confrontando i monitoraggi cetacei del Tirreno centrale realizzati nel passato; questa fedeltà al luogo è molto importante per favorire azioni di tutela e conservazione di questo animale che è tra i più rari tra i delfini residenti nel Mediterraneo».
La tratta monitorata è all'interno del Network nazionale di monitoraggio cetacei coordinata dall'Ispra (l'Istituto Superiore di Ricerca e Protezione Ambientale del Ministero dell'Ambiente) che vede coinvolti diversi enti che raccolgono dati dai traghetti lungo sette transetti fissi trans-regionali dal Mar Ligure all'Ionio occidentale. «La condivisione dei dati e dei metodi permette di avere una visione d'insieme della presenza dei cetacei nel Mediterraneo occidentale, delle relazioni con il traffico marittimo e delle loro aree di alimentazione consentendo così di poter meglio programmare azioni di tutela della biodiversità marina» afferma Stefania Carcassi che ha realizzato la propria tesi di laurea specialistica in questo tratto di mare. Ora i dati raccolti verranno elaborati e confrontati con parametri ambientali e geografici e le conclusioni saranno rese disponibili sia al mondo scientifico sia alle amministrazioni locali e nazionali affinché possano concertare le azioni di tutela più idonee per salvaguardare le popolazioni di cetacei.