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25 aprile 2024, Aggiornato alle 19,07
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Politiche marittime

Automare, Ram progetta il "green incentive"

Esaurito l'ecobonus italiano, Rete Autostrade Mediterranee rilancia: un sistema europeo di incentivi che vada oltre l'autotrasporto


di Paolo Bosso (dal Numero Speciale 2013 del Bollettino Avvisatore Marittimo)
 
«La politica degli incentivi alle Autostrade del mare e alla logistica integrata è una scelta irreversibile». Tommaso Affinita non ha dubbi. L'amministratore delegato di Ram, la società in house del ministero delle Infrastrutture, è pronto a portare l'ecobonus in Europa. Green incentive si chiama, ma non chiamatelo "ecobonus
europeo" perché è molto di più. Parte dall'esperienza del finanziamento tutto italiano, in vigore fino al 2010, che ripagava fino al 30% delle spese gli autotrasportatori che sceglievano di imbarcare i loro camion sui traghetti, ma diventa transnazionale e flessibile. Verrà proposto nel progetto, battezzato e coordinato da Ram, Magellano 2020, che sarà presentato all'imminente call for proposal delle Reti Ten-T a cui partecipano anche la Confitarma e vari Paesi del Nord-Europa.
«Se lasciassimo il trasferimento modale soltanto al mercato, faremmo un passo indietro» spiega Affinita, «perdendo il rilevante volume di traffico rotabile che negli ultimi anni è stato trasferito dalla modalità terrestre a quella marittima». La proposta da fare all'Ue è forte di un'esperienza quadriennale che ha spinto l'autotrasporto a scegliere le navi, arrivando a erogare 230 milioni di euro in quattro anni, dal 2007 al 2010, togliendo 500mila tir dalla rete stradale e spostando intere filiere agroalimentari, come quella siciliana, dai duemila chilometri di strada che li separano dal Nord Europa ai traghetti ro-ro. «Siamo riusciti a far capire che il trasporto marittimo è una modalità da privilegiare, per riduzione dei consumi energetici, abbattimento delle emissioni e minore incidentalità» spiega Affinita. Adesso però, l'ecobonus deve diventare qualcos'altro. 
Che cosa?
Un green incentive europeo – spiega Affinita – che nell'immediato si traduce in uno studio di fattibilità che durerà non più di un anno e mezzo. Al momento, infatti, abbiamo solo l'esempio italiano. Per capire le dimensioni di un green incentive europeo invece c'è bisogno di un'attenta riflessione. Alla fine vorremmo arrivare a dire: si può fare, con queste risorse, con queste modalità.
E' una provocazione positiva: l'Europa ha messo in difficoltà l'ecobonus italiano, allora io propongo l'ecobonus in Europa.
Vogliamo allargare il campo di gioco, portarlo dal Mediterraneo al Baltico ed al Nord Atlantico, coinvolgendo la politica europea per l'intermodalità: un "incentivo verde" alla riduzione del traffico terrestre, che riduca i rischi legati all'inquinamento ed alla congestione del traffico. La particolarità è che potrà essere gestito da ciascuno Stato come meglio crede. 
Ovvero?
Si tratterebbe di prevedere una comune piattaforma di finanziamento comunitario eventualmente integrata da contributi nazionali, lasciando ad ogni Stato membro la scelta della modalità applicativa: così l'incentivo potrebbe essere dato all'autotrasporto, alle Autorità portuali che, per esempio, elettrificano le banchine, o addirittura agli armatori che scelgono l'Lng. E' ovvio che una misura del genere è fattibile solo se coordinata al livello comunitario, altrimenti, comporterebbe inaccettabili distorsioni del mercato. Ram si candida a dare il suo know-how per un'eventuale cogestione, visto che è stata l'unica società pubblica in Europa ad essersi occupata di questo tipo di incentivo.
Ram capofila di un progetto europeo forte di una best practice italiana.
Credo che bisogna fare un deciso salto di qualità nella politica degli incentivi. Sono sicuro che c'è lo spazio per una politica strutturale europea a sostegno dell'intermodalità, così da riequilibrare davvero il rapporto tra le diverse modalità di trasporto.