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20 aprile 2024, Aggiornato alle 11,43
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Adriatico, acque di zavorra sotto la lente Ue

Il progetto europeo "Balmas" intende prevenire i rischi per la salute umana legati alla presenza di organismi patogeni negli scarichi navali


Guerra agli scarichi navali in Adriatico. La dichiara il progetto transfrontaliero "Balmas" (Ballast Water Management System for Adriatic Sea Protection), finanziato dall'Ue (7,5 milioni di euro) attraverso il programma di cooperazione IPA Adriatico 2007-2013. L'obiettivo è quello di sviluppare un protocollo comune di controllo e gestione delle acque di zavorra delle navi, per tutelare il mare tra l'Italia e i Paesi dell'ex Iugoslavia e prevenire i rischi per la salute umana legati alla presenza di organismi patogeni nelle acque, caricate per stabilizzare le imbarcazioni e rilasciate nel porto di arrivo.

Il progetto

Il progetto riunisce un pool di istituzioni e centri di ricerca da Italia, Slovenia, Croazia, Bosnia-Erzegovina, Montenegro e Albania, coordinate dall'Istituto per l'Acqua della Repubblica della Slovenia. Iniziato lo scorso anno a novembre, il progetto durerà fino a marzo 2016. Marina Cabrini, ricercatrice dell'Istituto Nazionale di Oceanografia e Geofisica sperimentale di Trieste, partner del progetto, sottolinea che "sono stati raccolti dati inerenti i parametri ambientali, chimici e biologici delle acque e dei sedimenti, nei 12 principali porti adriatici (Ancona, Trieste, Venezia, Bari, Koper, Rijeka, Pula, Ibenik, Split, Ploe, Bar e Durrs) e ora sono in corso le analisi biologiche per valutare la qualità dell'ambiente marino lì dove si scaricano le acque di zavorra. Il prossimo anno procederemo con il campionamento delle acque di zavorra nelle navi in transito".

Minaccia per l'ambiente

L'Adriatico è considerato un mare a rischio, sia per la mole di traffico, sia per le sue caratteristiche idrologiche di mare stretto e poco profondo. "È ormai noto - conclude la ricercatrice - che le acque di zavorra sono una potenziale minaccia perché possono trasferire da un bacino all'altro organismi acquatici che, se patogeni, possono contaminare l'ambiente con impatti nocivi anche sull'uomo".