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19 aprile 2024, Aggiornato alle 18,53
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Armatori

2M, Maersk ed Msc si autocertificano in Europa

I consorzi armatoriali sono esenti dalle regole Antitrust Ue fino al 2020, così l'alleanza Maersk-Msc può già operare in Europa. Ma senza l'ok di Stati Uniti e Cina non serve a molto


2M, l'alleanza annunciata a luglio tra i primi due armatori del mondo, la danese Maersk Line e l'elvetica Mediterranean Shipping Company (MSC), ha completato il processo di auto-valutazione per l'Unione europea per operare nel Vecchio Continente. Lo ha dichiarato il portavoce di Maersk Michael Storgaard.

L'ok dell'Ue non è un via libera
Questo non significa che l'alleanza tra le due compagnie, frutto di un Vessel Sharing Agreement (VSA, un accordo di sola condivisione degli spazi e non dei noli e delle tariffe), può già operare. Significa che può farlo solo in Europa ma non nel resto del mondo visto che la statunitense Federal Maritime Commission (FMC) e il ministero del Commercio della Cina non hanno ancora dato il loro responso (FMC ha tempo fino all'11 ottobre). Tenendo conto che Maersk ed Msc insieme non operano con linee marittime "europee" ma solo internazionali, la sola autorizzazione europea non permette di fatto agli armatori di avviare i servizi container.

Gli armatori esenti dall'Antitrust Ue
Il motivo per cui invece alla Commissione europea basti l'autocertificazione risiede nell'esenzione, fino al 2020, per i consorzi marittimi dalle leggi antitrust sulla navigazione che vietano alleanze superiori al 30% del mercato. Questo non significa che l'Antitrust Ue ignorerà l'alleanza. 2M dovrebbe avere una quota di mercato del 36%, ragion per cui, pur essendo esenti dal limite,  all'autocertificazione seguirà in ogni caso un'analisi dell'agenzia per la concorrenza europea che dovrà verificare se il VSA di 2M vìola gli articoli antitrust 101 e 102 del Trattato di Roma (il trattato che ha istituito la Comunità europea).
«Abbiamo informato la Commissione europea del previsto VSA e, naturalmente, forniremo all'Ue tutte le informazioni che chiederanno» ha detto Storgaard.

Le critiche dei caricatori europei
Nei giorni scorsi l'European Shippers Council (l'associazione europea dei caricatori), ribadendo un'opinione già espressa a luglio, ha duramente attaccato 2M in una lettera indirizzata alla Federal Maritime Commission, sostenendo che l'alleanza farà aumentare il costo dei noli, nonostante il VSA non permetta di stabilire tariffe. «Dare carta bianca così è una chiara manipolazione del mercato» ha detto il presidente dell'associazione Denis Choumert, «l'alleanza determinerà un attore enorme sul mercato, con potere tale da essere in grado di manipolare e distorcere i prezzi del mercato».

L'incognita Cina
Entro l'11 ottobre l'FMC darà il suo responso. Intanto l'amministratore delegato di Maersk Søren Skou il 19 settembre è volato in Oriente per incontrare il ministero del Commercio cinese, che in passato ha respinto la tripla alleanza tra i primi tre operatori al mondo: Maersk, Msc e la francese Cma Cgm (un'alleanza enorme che prendeva quasi la metà del mercato globale). Secondo alcune analisi, neanche 2M potrebbe incontrare i favori della Cina, soprattutto perché concorrerebbero pesantemente con gli armatori del posto.

Il piano da 15 miliardi di Maersk
Skou ha annunciato un imponente piano di espansione della flotta danese entro i prossimi cinque anni che la porterà a spendere 15 miliardi di dollari per ampliarla e ammodernarla. Di questi, 200 milioni serviranno ad aggiornare la tecnologia delle navi alle normative ambientali sulle emissioni, spese che però saranno a costo zero visto che, secondo i calcoli degli armatori, l'alleanza 2M farebbe risparmiare 350 milioni di euro l'anno.
 
Nella foto il fondatore di Maersk Line Arnold Peter Møller